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Menarini, boom in Russia: cresce del 170%

Aziende Redazione DottNet | 05/09/2019 18:32

La produzione di compresse è passata in un anno da 100 a 270 tonnellate

Dalle compresse per il cuore a quelle per il diabete, il sito produttivo della farmaceutica Menarini in Russia, vanta "un aumento di produzione del 170% in un anno". Inaugurato nel 2014 nel distretto industriale di Kaluga, a 150 km da Mosca, oggi ha "l'obiettivo di raddoppiare la produttività". A spiegarlo è Attilio Sebastio, direttore finanziario di Berlin Chemie - Menarini, filiale tedesca della multinazionale italiana. Antica città dell'omonima regione centrale della Russia, Kaluga è culla della scienza spaziale e capitale di un fiorente distretto industriale e tecnico scientifico. In quest'area il cluster farmaceutico rappresenta un settore sempre più trainante. E la Menarini è stata tra le prime farmaceutiche internazionali a insediarsi in quest'area, investendo 44 milioni di euro per realizzare un suo stabilimento su territorio russo.

"A favorire la scelta, avvenuta dopo un'attenta valutazione, - prosegue Sebastio - sono stati un insieme di fattori: un sistema di infrastrutture ben sviluppato, personale qualificato e la competenza delle autorità locali nel facilitare l'avvio di attività straniere affiancandole nella risoluzione di aspetti organizzativi e burocratici". E, ancora, a giocare a favore di Kaluga, sono anche la presenza di un centro universitario, l'esperienza positiva di altri investitori stranieri e la vicinanza con Mosca. Il contratto che diede avvio ai lavori venne firmato nel 2010 alla presenza dell'allora sindaco di Firenze Matteo Renzi e Alberto Sergio Aleotti, l'imprenditore che ha avviato l'internazionalizzazione di Menarini e padre di Lucia e Alberto Giovanni Aleotti, proprietari del Gruppo. Il 2011 ha segnato l'inizio della costruzione dello stabilimento, nel 2013 è iniziato il confezionamento dei medicinali, nel 2017 il primo prodotto interamente realizzato. Nello stabilimento di Kaluga vengono oggi prodotte nove tipi di compresse.

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"Abbiamo una capacità produttiva potenziale di 350 tonnellate di compresse annue, nel 2019 la produzione stimata è di 272 tonnellate, con un aumento del 170% rispetto al 2018, quando erano 100 tonnellate", precisa Sebastio. Considerando invece i blister, se ne producono oggi 64 milioni annui a fronte di una capacità massima 120 milioni mentre le confezioni sono 28 milioni a fronte di una capacità massima di 50 milioni annui.   L'obiettivo, conclude Sebastio, è "portare presto la produzione alla massima capacità".

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